Tuesday, October 11, 2005

balos


e questa è balos(creta).La favola che ci raccontano da sempre.
L'isola selvaggia dove non ti mandano quando ti dicono vai a qual paese (in linguaggio corrente "a fare in culo").
L'aspetto è quello del sogno che fai la notte,e quando ti risvegli speri sia festa per godertelo ancora, senza che rumori consueti di sottofondo ti violentino.
Io, Alberto, Nadia ed Erika dovremmo essere ancora la, in qualche angolo che non c'è,
nascosti nello spazio e nel vento, sepolti dallo stupore,padroni finalmente di niente e di noi stessi. Esistono altri posti del genere, o generi di posti diversi che lasciano stessi segni...questa è la nostra favola,e la foto a fianco non è stata la prima pagina, per vederla abbiamo seguito una trama eccitante fatta di essenziali doti naturali...


ed ecco lo scorcio di documento di quei 9 km a 15km orari in prima per raggiungere balos. Lo scenario è composto di aria e montoni, api e capre. Genere umano non pervenuto.
La "strada" ha diversi colori, si passa da un sobrio sabbia comune, ad una terra rossa,e poi nel finale torna il bianco classico della ghiaia nostra..
Il punto è che la strada non c'è, è presente un "canale" di rocce e buche dove ad ogni metro devi scegliere la parte meno minacciosa.
Al nostro fianco,(lato b) strapiombi incantevoli non limitati da protezioni anche simboliche, separano mare e cielo....Silenzio.....
Poi si scende a piedi per 2 km dopo 45 minuti di "panda blu", ed è mentre vedi il paradiso dall' alto che senti di aver fatto la scelta giusta.



Spalmati su quel lembo di terra bianco con il mare che ti sfiora appena seguendo un movimento costante ed innocuo, guardavamo lontano,in alto e dritto, e c'era qualocsa che somigliava a Dio li vicino. Dentro un solo pugno di mano stringevamo forte la certezza che quella fosse una parte di vita nostra.
Eravamo evasi, ma nè fieri e nemmeno in fuga. Sorridevamo increduli e senza veleni. Sentivamo un arrivo, c'era una fine appagante dentro, e l'ambizione ed altre idee corrotte erano coperte da respiri di sensazioni primitive.
Anche le tette di Erika sembravano trovar giovamento dalla cornice irreale e sublime:sorridevano alle rocce e alle sue conchiglie. Il due di denari in libertà si esprimeva appena turgido e solido, non più compresso da tessuti scomodi e fuori luogo. Emanava altra luce, ed il quadro appariva completo.
E' strano come in quei momenti non ti viene in mente la routine che ritroverai,o l'amico che ti dirà: "vieni ad una festa sabato?"
Ti senti salvo e protetto da una sensazione. E personalmente credo sia questa la strada corretta per avvertire certe cose, un pò come la bibbia in gabbia.
Concedere alla tua anima sempre il primo isitnto e l'ultimo gesto, per ricordarti chi sei. E'il metodo che non ti possono toccare E' il tuo privato grido di vita, la versione di stesso che gli altri possono anche non vedere...

"E ricordatevi che il carretto non è sempre di chi guida..."
click...ciao bimbe,ciao Albi

1 comment:

Anonymous said...

Ciao Bernardino , complimenti per il blogger , ti prometto che leggerò tutto presto e lascerò un commento tecnico , complimenti per la foto sei venuto benissimo.

Ciao Bernardo Provenzano