"Testimone di un eccesso" Onirica edizioni
Bologna: Libreria Irnerio, Via irnerio 27
San benedetto del Tronto(AP): Libreria La Bibliofila Via Ugo bassi 38
In alternativa rapida lo trovate sul web. Link a riguardo.
http://www.oniricaedizioni.it/booksheet.aspx?id=41
http://www.oniricaedizioni.it/autore.aspx?id=21
http://www.ibs.it/code/9788896797273/mattioli-bernardino/testimone-eccesso.html
Thursday, July 28, 2011
Thursday, August 27, 2009
Corsica 2009
..se ne sta struccata a farsi circondare,penetrare, come una donna che non vuole piacere ma che inevitabilmente seduce e poi scompare(vedi costa est):simile a l'entroterra foggiano(senza offesa:-). A destra (costa ovest),apparizioni superbe del più folle dei visionari.Con un pò di coraggio e buona volontà puoi scoprire,dietro angoli chiusi,calette deserte che ti dicono: ma dove sei stato fino ad ora? e che pagheresti solo per guardarle,sfiorarle con mano di altri,come questa a Galeria.
I tramonti di Piana, fra le calanche che arrossiscono di sfumature interminabili, con le coppiette più audaci che si bevono un buonissimo patrimonio rouge fra le ripide vertiginose,non sono diversi da altri spettacoli, ma tutto si svolge in un senso d'incredulità e beatitudine che sembra non possa finire, e poi subito, sembra non sia mai stato...
La stessa cittadina di piana sembra sospesa, aggrappata al cielo cupo che equilibra l'esibizione precedente.
Ci si può anche divertire con le instancabili onde del golfo della liscia, nel farsi sballottare per ore verso riva,ricevendo il meritato premio di tornare bambini anche nelle espressioni e nei gesti ingenui.
La burocrazia di certi posti è spaventosamente divertente, paghi la tua camera e in cambio ricevi un foglio bianco con scritto a mano, e in diretta:"Simone",che vale come garanzia per ogni tipo di parcheggio.
Due righe anche per la mia strada preferita:la D84, che da francardo si srotola per 90 km di tornanti coinvolgenti verso le calanche di piana. Nel mezzo, inteso in mezzo alla strada,si trovano gruppi di maialini e mucche per nulla preoccupati di farti sostare in curva ,e qualche flotta di capre al galoppo, più istruite nella traversata.
Forse perchè era la fine, forse perchè quindi era anche l'ultimo paesino, ma la deliziosa st.florent
ha scorci davvero invidiabili a discapito di una spiaggia comune che abbiamo saggiamente saltato, preferendo l'ultima caletta a nord di nonza, sul dito ovest, dove un bambino di 7 anni era il capo di un gazebo efficentissimo.
Che altro:certo, bisognerebbe tornarci, senza la paura di rovinare quanto colto,chissà,magari solo qualche giorno a bere un buon bicchiere al bartavin di patrimonio dove una celestiale creatura fluttua fra i tavoli in pendenza e non fa spegnere il sole neanche all'ora di cena.
Friday, August 15, 2008
Lisbona_Tavira_El rocio....on the road
Lisbona pende e sorride moderatamente.Anche gli spacciatori sono eleganti e poco insistenti,comprensivi.
Un degrado visivo familiare ti fa avvicinare con tenerezza ai quartieri storici,e non smetti mai di avere voglia di scoprire oltre il prossimo angolo.
Niente di speciale magari, ma qualcosa che ti fa rimanere volentieri.Le lingue si mischiano: una frase in spagonlo, una parola in francese, due righe d'inglese e qualcosa che t'inventi in portoghese.Libero di svariare e di farti comprendere come meglio credi.
Non si avverte concorrenza, la gente sembra fare esattamente quello che deve o vuole, sentendosi appagata.Ci sono sguardi fissi,qualcuno che umilmente sembra chiederti consiglio, mentre bevi l'ultima birra in un buco di rua joaquim bonifacio assieme a barcollanti personaggi che appartengono ad un'altra epoca,e il video mostra fiero la corrida portoghese:un vero sport estremo, specie se conosciuto in un bar del genere.
L'ultimo saluto è per Antonio Quadrado Ferreira, il tassista che da Belem ci riporta in centro, e quando vede le mie 50 euro s'infastidisce al punto che sembra voglia girare finchè la tariffa non raggiunga quella cifra, ma ci sarebbero voluti due giorni.Ci spostiamo a 320km a sud, ma non prima di esserci deliziati con il baccalà mantecato di Cascais e con il primo bagno nell'oceano. "Fin qui tutto bene". .
Il tratto di autostrada Lisbona_Tavira, attraversa un deserto di verde pallido e brullame sparso, ma le corsie,in compenso, sono ampie e poco trafficate.
Tavira è sublime: bianca e silenziosa,sembra fatta di zucchero e cannella, mordiba e lenta ti accoglie con fiducia.
Tagliata da un fiume immobile, conserva ritmi antichi e toast superbi nella bottega del tè di rua libertade.Usiamo Tavira come quartier generale per goderci la spiaggia di Cacela
(notevole e selvaggia) e dell'isola(sicuramente il lembo più turistico che abbiamo incontrato),ma soprattutto per realizzare il sogno di El rocio,un paesino che rilascia immagini di vecchi film con cow boy e spari sordi da far west,inserito all'interno dell'andalusia trascurata, fra Huelva e Siviglia: 150km da Tavira.
Eccolo finalmente: El rocio.Una dimensione nuova,un posto davvero diverso e insolito.Nel suolo sabbia e cavalli,mentre il bianco imponente della chiesa fa brillare ancora di più il sole. Praticamente disabitato, per vedere gente bisogna aspettare la processione della pentecoste, dove si dovrebbero fondere gitani e religione, flamenco e tradizioni locali. Forse un giorno torneremo per vederlo anche colmo, nel mentre ci godiamo l'appagante atmosfera western che ci proietta senza sforzi di fantasia,in una pellicola polverosa anni 60.
Anche se poi torni a respirare in parte l'aria dell'obbligo,e la vacanza finisce,credi che da certi posti forse non ti allontani mai completamente.
E si continua a girare, trovando anche nell'aria ritagli di noi stessi che chiameremo storia.
Amen,da El rocio..andate in pace.
Tuesday, August 14, 2007
In realtà io non esisto _Eire2007_
Questo è un luogo di tutti, ed è per questo che tutti rispettano il luogo. Niente trucchi o spreco di generosità per apparire.
La serenità di questa gente contiene e sviluppa i concetti della vita ideale, della libertà, dell'amore, senza la rabbia di chi altrove la cerca in eterno gridando contro lo spazio attorno.
C'è la folla dentro al silenzio. C'è chi si tuffa nell'oceano con disinvoltura e abitudine, mentre a pochi istanti l'uomo di Cork passeggia con i suoi due cani per la baia di galway in abbigliamento invernale.
Siamo in Irlanda, dove il freddo è soggettivo, dove davvero il cielo fa la differenza e decide i colori, ma non ce n'è uno migliore.
Ogni scenario, ogni tono, è “il preferito". Si è in continua compagnia di suggestioni, avvolti da uno stupore inspiegabile che non ha radici.
Qualcosa di spirituale, di sacro, di certo, ti protegge,
anche dove il paesaggio si ripete e dovrebbe concedere la dose giusta di noia che ti fa addormentare per 10 minuti...macchè..La sensazione ti accende, eviti l'effimero. Fuori piove, infatti.. “c’è di rado il sole, perchè non serve splendore nello splendore"
e poi.. “c'è un posto dove la logica ha varie forme, dove sognare non è attesa ma immediata conseguenza di una visione”
Così fu scritto in sogno, così appare in realtà.
In fede: benna (Spondadivento)
Saturday, January 13, 2007
Tutto d'un fiato altrimenti si deposita
"Tutto d’un fiato altrimenti si deposita"
Bernardino Mattioli
Pascal Editrice
Pag 122, € 12
La prima parola che mi viene in mente è coraggio. 122 pagine, 25 racconti intimi e veloci, inframezzati da poesie dello stesso autore, Bernardino Mattioli, bolognese di Casalecchio, origini sudiste, sentimentale massimo. Coraggio perché Benna (così lo chiamano) si mostra al pubblico completamente nudo, indifeso, ed entra nella stanza del lettore in punta di piedi, con un atteggiamento di estrema discrezione. Di Mattioli colpisce innanzitutto la struttura delle frasi: l’autore fa sfoggio di uno stile tutto suo, contorto eppur lineare, cerebrale eppure insanguinato, mai ridondante. I contenuti dei racconti sono quelli apparentemente banali del vivere quotidiano, quelli da cui i più sensibili tra noi carpiscono insegnamenti e filosofie di vita. Si narra di notti bolognesi, di puttane, di passanti che sfrecciano, vecchi rassegnati, microtraumi, partite di pallone, la merenda dei bambini. Mattioli scava nella mente, ma soprattutto nell’animo, nel più profondo fondo nero e azzurro della chimica, dentro un’automobile appesa ad un semaforo, con lui ubriaco dentro. Benna spicca per delicatezza in un mondo intriso d’invadenza. Viaggia al riparo da tentazioni modaiole che vogliono farci sembrare acidi e cattivi. Quasi sadici. Posseduti dal secco cinismo della guerra eterna. Ci riporta ad una dimensione antica, non prevista dalle moderne sequenze settimanali, che quasi avevamo scordato. I ritmi sono dilatati, come un pensiero che nasce e muore nel buio del soggiorno, fuori piove, noi sdraiati sul divano, un cantante omosessuale e alcolizzato nelle orecchie. Le emozioni che ci descrive non sono filtrate, ma appaiono limpide e cristalline nella loro umana piccolezza, ineccepibili. Poi le donne, certamente. Parlare d’amore è sempre molto complicato e soggettivo ma l’autore riesce nello scopo, soprattutto con …Ma una donna può amare anche un’immagine, un minuto, e se capiti in quel minuto non devi credere di essere TU il soggetto celebrato. Lo aspettiamo alla prossima prova, con addosso magari le mutande, e un paio di jeans, al riparo dal freddo. Ti abbiamo conosciuto nudo, ti guardiamo con rispetto, adesso vestiti e narraci altre storie.
Recensione di Natalino Capriotti
Il libro lo trovate qui:
Casalecchio di reno(BO)_Solea libri_via Pascoli 5/2
Bologna_Feltrinelli di piazza Ravegnana 1
Milano_Archivi del 900_ via Montevideo 9
San Benedetto del Tronto_Ap_ la Bibliofila_ via Ugo bassi 38
Siena:La feltrinelli _Via banchi di sopra 64/66
Livorno:Libreria Gaia scienza via di Franco 12
Firenze:Libreria Licosa Via duca di calabria 1/1
In prestito: Biblioteca universitaria di Bologna: via Zamboni 35
Biblioteca Cesare pavese: via porrettana 360 (casalecchio di reno)
In rete_ www.pascaleditrice.it
www.365bookmark.it
Thursday, January 12, 2006
Fine della cura omeopatica
Fragore che aumenta costante,
puntuale come campana di chiesa.
Mi siedo ma non basta.
Di sdraiarmi non è tempo.
Chiudo gli occhi ma non dormo.
Sigillo le orecchie
ed ascolto ancora frastuono.
Mi chiedo se è solo da loro che ha accesso il rumore:
così esteso.
Deve avere altre vie,
percorsi clandestini
ed aderenze col cervello,
per godere di questa libertà:-
“Anarchico senza cane, riposa e piscia!”
Vedrai, sarà sollievo.
Ma di nuovo si espande, è ovunque.
Mi giro, quasi ora lo vedo.
Quasi è forma
tanto è compatto.
Non punto il dito,
ancora non è reato,
rimane ”solo” chiasso.
Somatizzo ancora
e credo sia di nuovo
“il canto della specie”
che mi procura alterazioni stonate,
da cui, forse,
neanche un indegna fine mi sottrarrà.
Benna
puntuale come campana di chiesa.
Mi siedo ma non basta.
Di sdraiarmi non è tempo.
Chiudo gli occhi ma non dormo.
Sigillo le orecchie
ed ascolto ancora frastuono.
Mi chiedo se è solo da loro che ha accesso il rumore:
così esteso.
Deve avere altre vie,
percorsi clandestini
ed aderenze col cervello,
per godere di questa libertà:-
“Anarchico senza cane, riposa e piscia!”
Vedrai, sarà sollievo.
Ma di nuovo si espande, è ovunque.
Mi giro, quasi ora lo vedo.
Quasi è forma
tanto è compatto.
Non punto il dito,
ancora non è reato,
rimane ”solo” chiasso.
Somatizzo ancora
e credo sia di nuovo
“il canto della specie”
che mi procura alterazioni stonate,
da cui, forse,
neanche un indegna fine mi sottrarrà.
Benna
Monday, October 24, 2005
Venere ci volta le spalle
Il mondo è di nessuno.
Di solito non sembra.
Scompaiono miti ed anonimi,
fra albe di luglio e foglie sbiadite dai colori di novembre.
Sembra esserci il più forte.
Lo si teme, c’è chi lo stima.
Chi prova, orfano d’identità e di fama, ad emularlo.
Mentre il presunto immortale si onora nel confronto
mostrando doti eccelse.
Ma il mondo è di nessuno.
Terra di conquista e di rabbia,
di gare e di spinte,
di trofei di carta,
di abbracci… solo nella morte.
Benna
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